Mindset e formazione per informare e comunicare nell’era dell’infodemia.
Questo il focus del seminario di approfondimento organizzato presso la cattedra di Sociologia dei processi culturali e comunicativi – in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e quello di Scienze Sociali, Umane e della Formazione – dell’Università degli Studi di Perugia, con la direzione scientifica del Prof. Piero Dominici e con il coordinamento del Dott. Luigi Somma.
L’incontro, al quale parteciperanno in qualità di relatori Fabio Guadagnini – giornalista, manager e strategic advisor –, Corrado Paolucci – content strategy & newsroom manager di Eni – e il nostro responsabile editoriale Michele Bosco, sarà l’occasione per:
- analizzare lo scenario mediatico complesso nel quale viviamo;
- dimostrare la necessità di un nuovo mindset e di una formazione ibrida per chi vuole occuparsi, nella società interconnessa, iperconnessa e ipertecnologica, di informare e di comunicare il sapere e il saper fare;
- evidenziare la mutazione delle aziende in media.
Partendo dalla crisi dell’informazione e dalle evoluzioni della comunicazione, quindi, l’obiettivo del dibattito sarà quello di spiegare la quasi totale aderenza dei due mondi e le possibilità del brand journalism e del brand entertainment come strategie di marketing. In un contesto nel quale la trasformazione digitale ha cambiato le abitudini delle persone e abilitato nuovi comportamenti, infatti, evolvendo gli stessi processi di comunicazione e informazione – che, ormai, convivono con opinione e narrazione – le aziende, con trasparenza ed etica, possono avere un ruolo fondamentale nello scenario informativo, per colmare i vuoti di fiducia generati da media e politica. Offrendo alla comunità un servizio dall’alto impatto sociale, ottenendo la fedeltà delle persone e creando, al contempo, nuove opportunità a livello commerciale.

Considerazioni, queste, che partono dal presupposto che i lettori, gli utenti e i clienti, sempre più egocentrici e protagonisti, non si limitano più a leggere, osservare, scegliere ed acquistare, vogliono partecipare. I modelli di business, di conseguenza, vanno ripensati, con brand e newsbrand chiamati a pianificare nuove esperienze per coinvolgere la gente e catturarne l’attenzione.
E allora: dove nascono le difficoltà del giornalismo? Qual è la nuova direzione della comunicazione? Quale sarà il ruolo dei media tradizionali, in questo scenario? In che modo, le aziende, devono organizzarsi per sfruttare i nuovi strumenti e le nuove tecnologie per ottimizzare i processi di produzione e distribuzione dei contenuti, con l’obiettivo di informare, intrattenere e intercettare i propri target? E poi, ancora. Come funziona una newsroom? Come si sceglie di cosa parlare? Come è organizzata, di quali risorse e competenze deve comporsi, qual è l’approccio – il metodo – di una struttura come la Media House, che è chiamata – ora per ora – a selezionare i temi da affrontare, i format in cui produrre i contenuti e i canali del proprio ecosistema digitale attraverso i quali diffonderli, per comunicare valori e identità? Come si gestiscono i dati ottenuti dalla presenza sulle varie piattaforme e dalla relazione con le persone?
Questi alcuni dei quesiti a cui Fabio Guadagnini, Corrado Paolucci e Michele Bosco – attraverso le loro esperienze ed alcuni casi studio che mirano a comparare le attività di aziende, club sportivi e testate giornalistiche, per confermare quanto siano sempre più sovrapponibili – proveranno a dare una risposta, insieme al Prof. Piero Dominici. Perché, come sostiene da tempo quest’ultimo nei suoi percorsi di studio e ricerca, la complessità non si gestisce.
Ma, forse, dal caos può nascere qualcosa di buono, lavorando per mettere ordine – cambiando modo di pensare – e per dare un nuovo modello al più grande potere mai esistito nelle mani dell’uomo.
L’informazione.
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